Quando sei nato non puoi più nasconderti

"Quando sei nato non puoi più nasconderti" è il primo film di Marco Tullio Giordana dopo il successo ottenuto con "La meglio gioventù". Giordana abbandona gli anni Settanta (“Pasolini- Un delitto italiano”, “La meglio gioventù”, “I cento passi”) per affrontare un tema, quello dell’immigrazione clandestina, che da anni produce rumore e perplessità, ma soprattutto indifferenza e cinismo (“Li facciamo annegare per negare”, ha affermato con amarezza lo scrittore Erri De Luca). Il regista, tuttavia, senza cadere mai nell’ovvietà e nella retorica, riesce a raccontare il fenomeno in modo originale, attraverso la lente di una benestante famiglia del Nord Est italiano, ma soprattutto attraverso gli occhi di un ragazzino che inizia ad imparare a sopravvivere dopo dodici anni di vita fin troppo facile. Sandro, durante un viaggio con il padre e un amico di quest’ultimo, cade inavvertitamente in mare senza che nessuno se ne accorga. Dopo aver rischiato di morire, viene ripescato da alcuni extracomunitari che si trovavano su una carretta del mare per raggiungere le coste italiane. Sulla nave, Sandro, conoscerà le terribili condizioni dei clandestini e stringerà una sincera amicizia con due fratelli rumeni, Radu e Alina.
Una volta giunto in Italia dove l'aspettano i genitori, Sandro tenterà di portare con sè a Brescia i due fratelli, ma si scontrerà con la ferrea logica della legge e della burocrazia. Costante del film è il tema del viaggio, un percorso che stimola cambiamenti. Un viaggio, quello di Sandro, che non è solo fisico, ma appare più simile ad un rito iniziatico. Il film, che si ispira al romanzo di Maria Pace Ottieri dall’omonimo titolo, rimane caparbiamente avvinghiato alla realtà e al senso del vero. Ne sono testimoni l’autenticità delle reazioni dei personaggi all'interno della famiglia di Sandro o le scene nei centri di accoglienza (Giordana sofferma volentieri l’occhio delle telecamera sui momenti di umanità e di volontariato disinteressato all’interno dei centri per clandestini).
Anche il finale, in un'atmosfera di irrealtà, creata ad arte da Giordana nelle lunghe riprese della ricerca di Alina da parte di Sandro all'interno di un edificio abbandonato della periferia milanese, si ispira alla tragica verità della cronaca. Il finale aperto (Sandro riesce a raggiungere Alina, ma scopre che lei è costretta a prostituirsi per poter vivere) invita ad una riflessione seria ed indispensabile.
Aggiungi: Giovedì, 13 Ottobre 2005 Autore: alessia_m84 Punti:      Voti: 1943
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