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Il massacro del Sand Creek...
Inviato da : senpai  Lunedì, 27 Novembre 2006 - 18:02  

E' la notte del 28 novembre del 1864. Il generale Chivington passeggia nervosamente nella sua camera nel presidio americano a Denver nel Colorado. Ripassa mentalmente il discorso che terrà alla folla, si immagina coperto di onori e gloria una volta in patria. Afferra la bottiglia di wiskhy e ne tracanna un'altra sorsata, le sue guance rosse tradiscono il fatto che la virtù e la sobrietà mal si accompagnano a quest'uomo...



Nelle caserme comuni i "volontari" del Colorado, acclamati dalla folla come coloro che li libereranno dal pericolo rosso, fanno baldoria invece di dormire per recuperare forze. C'è chi si vanta di quante "Sqaw" (termine coniato dai colonizzatori per schernire le Irochesi mentre le violentavano) abbatteranno, quanti scalpi staccheranno (usanza importata dagli spagnoli che pagavano gli uccisori di indiani in base a quanti scalpi riportati) e a cosa daranno fuoco. Un'accozzaglia di beceri mercenari senza rigore ne disciplina marziale, insensibili a quel minimo di civilità che persino un conflitto armato non dovrebbe mai dimenticare...

 

Pentola Nera (o Caldaia Nera come alcuni traducono) è felice, ha mangiato con la sua tribù, lo sciamano ha pregato lo Spirito per un anno di fertilità e ora sono intorno al fuoco a godersi le stelle. I bambini giocano con i cani dell'accampamento mentre le donne finiscono di preparare i tendini di bufalo per ottenere cordame. Il capo indiano si prepara la pipa, tabacco, corteccia di salice rosso e un pezzo di legno ardente. Da quando è iniziata la guerra con l'uomo bianco ("ladro di grasso" in lingua indiana) sono stati pochi i momenti di tranquillità, ma ora è diverso: aveva da poco firmato un trattato di pace con i bianchi del forte di Denver che per rassicurarlo gli donorano anche una grande bandiera stelle e strisce da far sventolare nell'accampamento in modo che ogni giacca blu sapesse che erano "indiani amici". Era cos' tranquillo Pentola Nera che aveva acconsentito a far allontanare i suoi guerrieri per cacciare i bufali oltre le pianure del fiume Sand Creek...

 

Chivington si alza di buon mattino, con un gesto rude allontana la prostituta sifilitica con la quale si era accompagnato e inizia a vestire la sua divisa, la divisa dell'infamia, la divisa della codardia...la divisa dell'esercito americano dell'Indian Department. Gli uomini nel cortile non hanno avuto neanche la decenza di mettere i berretti o le giacche, solo camice trasandate, coltellacci affilati negli stivali e puzza di alcol: eccoli i volontari del Colorado!

Il generale sale sul palco e sputa a terra un grumo di tabbacco. Inizia a ricordare alla folla di come gli indiani ormai abbiamo passato ogni limite (riferendosi al furto di alcuni cavalli peraltro compiuto da un'altra tribù) e di come "L'unico indiano buono è l'indiano morto" (frase attribuita a Sherrington in verità ma indicativa del clima di quei tempi). Ci vuole una spedizione, una rappresaglia...quasi una crociata contro quei barbari senza civiltà che crescono liberi e in armonia con la natura invece di vivere per il potere ed il profitto. D'altronde è sempre più facile distruggere o deridere chi è meglio di noi piuttosto che elevarci al suo livello.

Ai fucili uomini! Alle sciabole! Magari qualche porco si sarà anche fatto il segno della corce con quelle mani che di lì a breve saranno intrise di sangue di donne, vecchi e bambini...

 

La mattina nell'accampamento la vita inzia sul tardi, agli indiani piace fare baldoria la sera e svegliarsi tardi, con calma e serenità, niente strade da ingolfare con macchine, nè cartellini da timbrare, solo la prateria e il bufalo. Le donne (le prime ad iniziare a preparare i coltelli per la raccolta di bacche e radici) si chiedono cosa sia qulla nuvola di polvere che si vede in lontananza. Gli animali sono inquieti ma Pentola Nera rassicura tutti, saranno gli amici del forte che vengono a chiederci come stiamo. Il suo ottimismo non convince tutti, ma purtroppo i guerrieri ora sono lontani e non si può fare altro che cercare di capire cosa altro vuole il ladro di grasso. I capi tribù si avviano coi loro mustang , Pentola Nera in testa, con la bandiera americana ben in mostra, c'è una strana atmosfera e i cavalli sbuffano nervosamente. Una volta avvicinatisi alla colonna di soldati americani la vista li lascia scossi...un intero distaccamento dell'esercito con artiglieria e cavalli, facce da sbronzi briganti,  violenti rissaioli e sanguinari mercenari...insomma l'esercito americano della frontiera.

Chivington si fa avanti con un mezzo-sangue nativo che gli fa da interprete. E' impaziente di procurar battaglia, ha promesso sangue e vittoria ai suoi uomini, non vuole deluderli.Il colloquio tra capi dura poco: quel tanto che basta per dire ai capi tribù che stanno per essere puniti per danneggiamento alle proprietà del governo americano. Mentre Pentola Nera e gli altri sono ancora allibiti e decidono sul da farsi, parte una scarica di colpi. I cavalli si impennano spaventati e uno dei capi cade morto...poi i "volontari" del Colorado caricano il villaggio:

Parleranno del Sand Creek come di una gloriosa battaglia, una celebrazione della genialità strategico-militare del comando del Dipartimento Degli Affari Indiani: la storia la scrivono i vincitori, non i vinti.
Anche se prima di parlare di brillante sconfitta dei bellicosi indiani, bisognerebbe guardare le cifre: 200 indiani morti, di questi 180 sono donne, vecchi e bambini. I corpi abbandonati sul suolo recano i segni di violenze, donne gravide sventrate con i loro feti deposti al fianco, maschi e femmine privati dei loro organi genitali (quelli di donna permettevano ai soldati di entrare gratis nei postriboli e con quelli maschili si facevano sacche per il tabacco) vecchi ricurvi morti con ancora le baionette infilzate nella schiena...che grande vittoria...

...d'altronde, come si dice: "i cavalli di razza si vedono in partenza". E se questa è stata la partenza degli U.S.A. il loro stato attuale di macellai imperialisti non ci sorprende...

...ma dalle ceneri dei morti del Sand Creek che ancora corrono libere nella prateria si alza ancora una voce: gli spirti non dimenticano!! E' il momento che anche gli uomini inizino a farlo!! Bisogna ricordare per capire, per imparare, per non commettere gli stessi errori, le storie in fondo sono asce di guerra, basta disseppellirle.

P.S.
Consiglio di procurarsi la canzone "Fiume Sand Creek" di De Andrè

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